Sebbene possa sembrare una derivazione del tennis, il ping pong è un gioco a se ed affonda le sue radici nei paesi asiatici. Dal Giappone, dove aveva una larga diffusione tra i nobili già da molti secoli, arrivò in Europa e fece la prima comparsa in Inghilterra tra il 1880 e il 1890, sotto il nome di “indoor tennis”.
Un’estrazione a sorte determina il primo battitore; al termine di ogni set i giocatori cambiano campo. Ogni set termina a 11 punti; nel set decisivo, che può essere il quinto o il settimo, si cambia campo non appena uno dei due giocatori raggiunge i 5 punti. I giocatori si alternano al servizio ogni 2 punti e invertono l’ordine del servizio al termine di ciascun set. Dal 10-10 il servizio cambia a ogni punto.
Se nel corso del gioco non viene rispettato l’ordine giusto del giocatore al servizio o non si cambia campo quando si dovrebbe, non appena l’errore viene scoperto va ripristinato l’ordine esatto e i punti fino a quel momento disputati vanno considerati come acquisiti, senza rigiocarli. Prima di effettuare il servizio, affinchè questo risulti svolto correttamente, il giocatore deve tenere la pallina sul palmo della mano libera; in modo che sia ben visibile sia all’avversario che all’arbitro, Deve poi essere liberata e staccata dalla mano di almeno 16 cm, lanciandola in alto in modo quasi verticale prima di colpirla con la racchetta.
Perciò non è consentito effettuare il servizio in modo improvviso, colpendo la pallina senza staccarla prima dalla mano libera: in questo modo sarebbe imprimere al servizio effetti incredibili che il ribattitore non sarebbe in grado di controllare. Nel corso dell’esecuzione del servizio, se il giocatore manca del tutto la pallina dopo averla lanciata in alto, perde il punto, anche se non la sfiora nemmeno con la racchetta. Il servizio verrà ripetuto se: la pallina tocca il bordo in alto della rete; se viene eseguito quando il giocatore avversario non è pronto; se la mancata effettuazione del servizio stesso è dovuta ad un disturbo fuori dal controllo del giocatore.