Bisogna ora considerare, per quanto riguarda l’atteggiamento che formiamo al nostro interno nei confronti delle esperienze di vita che facciamo, tre passi successivi di sviluppo e di evoluzione dello stato d’animo.
Il primo, che poi è anche il più diffuso fra le persone, consiste nel colpevolizzare gli altri di quanto ci succede: “Sto male perché tu mi hai fatto questo. La colpa è tua”.
E’ lo stato d’animo più comune perché consente di scaricare sugli altri il peso e le responsabilità che nessuno vuole sentire su di sé. Questo tipo di atteggiamento nasce anche dal fatto che, per suo carattere, l’uomo si agita fino a quando non ha trovato la causa della sua sofferenza. Egli vuole trovare a tutti i costi una risposta, ma la cerca dove per lui e più comodo; pensare: “io sto soffrendo per colpa tua” significa che tocca ad un altro impegnarsi nei nostri confronti. Sembra strano? Però nel modo di pensare comune funziona cosi: “se io ho un problema è colpa tua; ma anche il tuo problema è colpa tua, cosa c’entro io’. Non ragiona così la maggioranza delle persone? Fino a quando tutto è tranquillo: “ti voglio bene; sei il mio migliore amico…”; ma quando nasce un problema: “non siamo più amici; si, è vero, lo eravamo fino a ieri, ma oggi non più”.
Quando internamente si comincia a sviluppare un po’ più di direzione, quel dare colpa ad un altro diventa: “e colpa mia”. Questo è il secondo passo.
Di una persona così la gente pensa che stia diventando più simpatica e gentile. Ma a lungo andare quella persona soffrirà perché, non trovando soluzioni, sarà schiacciata dal peso del suo senso di colpa. Sia il primo atteggiamento che il secondo si manifestano come pressione di pensiero, diretta verso gli altri o verso se stessi, ma in questo modo la pressione si trasforma in… depressione.
Solo quando inizia lo studio del terzo modo di atteggiamento comincia l’allenamento per lo sviluppo della propria dimensione umana: non c’è nessuna colpa; ogni problema, ogni malattia, ogni sofferenza interna, è un insegnamento e tocca a me comprenderlo.
Il terzo passo consiste nel confrontarsi positivamente con quanto stiamo vivendo. Anche questa è pressione perpendicolare.