È una pratica che da qualche anno è diventata quasi familiare. Prendere in considerazione i propri piedi vuol dire avere una maggiore consapevolezza del proprio sé ed è una maniera diversa per prendere conoscenza di come alcuni punti riflessi dei piedi sono aree in cui si possono attingere tutta una serie di informazioni indicative per prevenire o apportare un considerevole aiuto sull’organismo umano.
Il massaggio ai piedi non cura specificatamente un organo o una malattia né pretende di farlo, specialmente se tale malattia è stata diagnosticata ed è in cura medica, ma è solo un mezzo che la natura ci mette a disposizione per alleviare i danni nel nostro organismo.
A promuovere e sviluppare questa pratica fu un certo Dott. William Fitzgerald. Egli, all’incirca ottant’anni fa, s’accorse tramite i suoi pazienti che alcuni punti dolenti delle mani corrispondevano ad altri punti dolenti dei piedi. Da queste analogie egli iniziò a studiare questi fenomeni empatici che si manifestavano nelle zone riflesse. Addentrandosi più specificatamente nell’argomento egli appurò come certe manifestazioni si potevano rilevare nelle aree del piede.
Successivamente approfondì i suoi studi coinvolgendo per prima la sua assistente Eunice Ingham e successivamente altri medici. Ai suoi studi applicò le esperienze e le conoscenze ricevute sia dai pellerossa che da coloro che praticavano l’agopuntura in Cina.
Assimilando la teoria dei meridiani diede vita ad una mappa iniziale in cui suddivise le piante dei piedi in dieci zone verticali, ipotizzando una probabile analogia con i meridiani dell’agopuntura cinese.